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IL GIUSTIZIERE DELLA NOTTE 2 1974 regia Michael Winner avi

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IL GIUSTIZIERE DELLA NOTTE 2 1974 regia Michael Winner avi

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Name:IL GIUSTIZIERE DELLA NOTTE 2 1974 regia Michael Winner avi

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Total Size: 777.61 MB

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Last Updated: 2022-02-14 02:50:49 (Update Now)

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IL GIUSTIZIERE DELLA NOTTE 2 1974 regia Michael Winner.avi (Size: 777.61 MB) (Files: 1)

 IL GIUSTIZIERE DELLA NOTTE 2 1974 regia Michael Winner.avi

777.61 MB
 

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Titolo originale: Death Wish II
Lingua originale: Inglese
Paese: USA
Anno: 1982
Durata: 88 min.
Genere: poliziesco
Regia: Michael Winner
Soggetto: Brian Garfield
Sceneggiatura: David Engelbach
Fotografia: Thomas Del Ruth, Richard H. Kline
Montaggio: Michael Winner
Musiche: Jimmy Page
Produttore: Menahem Golan, Yoram Globus
Casa di produzione: Cannon Films

Interpreti e personaggi

Charles Bronson
Jill Ireland
Vincent Gardenia

Episodi

Preceduto da Il giustiziere della notte (1974) e succeduto da Il giustiziere della notte 3 (1985), Il giustiziere dell notte 4 (1987) e Il giustiziere della notte 5 (1994)

Sette anni dopo, trasferitosi a Los Angeles, l'architetto Paul Kersey ha ricominciato una nuova vita, iniziando una relazione con la radio-giornalista Geri (Jill Ireland).
Ma quando una banda di trucidi uccide la colf e violenta sua figlia, ancora traumatizzata dalla prima aggressione, Kersy si rimette sul sentiero di guerra e li ammazza a uno a uno tutti e sei.
Sempre compiaciuto nell'esibizione della violenza ma più cauto nelle motivazioni ideologiche, è anche più fiacco e stracco nel ricorso agli stereotipi.
Al fosco e granitico Charles Bronson i sessant'anni cominciano a pesare.

Critica

Del tutto inferiore rispetto alle attese. In confronto a Il Giustiziere della notte, tutto è più sbrigativo, meno sofferto, troppo diretto. In più la messa in scena è decisamente meno curata rispetto al capostipite. Grande Vincent Gardenia.

Realizzato dallo stesso regista del primo fortunatissimo capitolo, il film calca la mano sul versante action, relegando molto le pur deboli (e molto contestabili moralmente) motivazioni ideologiche del precedente. Pertanto questo diventa una sorta di remake (la trama è parecchio simile) del primo episodio, con un Bronson che, seppur invecchiato, è ancora discretamente in forma per fronteggiare i cattivi. Gradevole, ma molto ripetitivo.

Cambio di location (qua siamo a Los Angeles, a differenza della New York già percorsa in precedenza) ma sostanza identica: di giorno architetto con una vita professionale ineccepibile; di notte giustiziere improvvisato che sancisce (e applica) a suo modo la legge del taglione, vivificata dalla pena di morte. Il novello sovrano assassino-giustiziere, all'insegna del motto "a Deo rex, a rege lex", arriva a travestirsi da medico per eliminare una vittima all'interno d'un ospedale. Eccessivamente grottesco, per l'involontaria caricatura tratteggiata da un Bronson titanico.

Degno seguito del primo capitolo, in cui la violenza aumenta a dismisura, arrivando a livelli quasi sconosciuti nel periodo. Bronson è come sempre ottimo, c'è di nuovo Gardenia e il bravo Anthony Franciosa. Bella anche la confezione (musica, scenografie), teso il finale.

Inferiore al primo capitolo. L'inizio è insolitamente truce (la scena dello stupro, nella versione integrale, se la potrebbe giocare in quanto a violenza con i peggiori Rape & Revenge), ma quello che viene dopo, nonostante il buon ritmo, ha l'aria di essere abbastanza tirato via. Praticamente si ha a che fare con una fotocopia del primo capitolo della saga, senza però la dimensione psicologica della vicenda. Inutili le parti sentimentali. Inespressivo ma perfettamente in parte Bronson. In una piccola parte c'è Anthony Franciosa.

La coppia Winner/Bronson confeziona, ma solo a distanza di alcuni anni (stranamente), un interessante sequel. Ancora più violento e crudo del primo, questo seguito punta più sull'azione e trasforma definitivamente Bronson in un giustiziere a tutto tondo, un personaggio che ormai ha perso definitivamente le remore da bravo cittadino del primo capitolo e che uccide "i cattivi" metodicamente e in modo ben organizzato. Ottimo ritmo e tante scene storiche e molto bravo ancora una volta Vincent Gardenia nel ruolo del commissario.

Seguito ancora più violento del prototipo ma che si riscatta grazie ad una doppia fotografia (diurna e notturna, quasi rispettase la dualità del protagonista: mite architetto di giorno e castigamatti di notte) e ad una stilizzazione della violenza prossima agli stilemi della pop art e del concettuale. In particolare la fotografia notturna è splendida, ricorda l'iperrealismo di Scorsese ma è anche ad un passo dal cinema di Abel Ferrara (vedi la componente religiosa che scorre nella pellicola), che proprio in quegli anni cominciava a girare i primi film.

Nettamente superiore al primo, sia in termini di violenza che in termini di qualità. Il regista e Bronson puntano sopratutto alla spettacolarizzazione delle scene d'azione e, dopo aver dato spazio ai protagonisti, scoppia la mattanza. Alcune scene sono girate in maniera esemplare (la prima esecuzione; quella nel parco, di notte; quella all'ospedale) e il cast è perfetto. Oltre a un eccezionale Bronson, da ricordare la prova dell'immenso e oggi dimenticato Vincent Gardenia. Un Classico.

Abbandonato il conflitto psicologico del capostipite, Paul Kersey qui fa un passo in avanti per diventare una fredda macchina di vendetta e morte. Winner confeziona un sequel narrativamente simile al primo capitolo, accentuando però violenza e azione. Quel che si perde in termini drammatici, lo si guadagna in adrenalina. Il meccanismo è ormai scoperto, ma vedere Bronson organizzarsi, spiare, menare le mani, sparare e sputare le sue mitologiche sentenze è un piacere. Degnissimo.

Inferiore al primo capitolo, soprattutto perché viene praticamente annullata la dimensione psicologica dei personaggi, ma più interessante a livello scenografico. Ci viene qui presentata infatti una Los Angeles notturna molto degradata, popolata da strani e poco rassicuranti personaggi e molto ben fotografata. La parte finale del film, soprattutto dopo l'ingresso in scena di Vincent Gardenia, è bellissima. Insomma, con una descrizione più accurata dei personaggi sarebbe stato un piccolo capolavoro.

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