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Oratorio De Noel Camille Saint Saens

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Camille Saint Saens Oratorio de Noel op.12 (Oratorio per soli, coro e orchestra) http://img684.imageshack.us/img684/2857/covernoel.jpg" border="0" alt="Oratorio De Noel Camille Saint Saens preview 0"/> http://img142.imageshack.us/img142/6110/dettagliin7sz9.gif Autore: Camille Saint Saens Titolo: Oratorio de Noel op.12 Genere: Oratorio Anno: 1978 Etichetta: Calig Oratorio de Noël, for solo voices, chorus, string quartet, harp & organ, Op. 12 Composed by Camille Saint-Saens Performed by Mainz Bach Choir, Bachorchester Mainz Conducted by Diethard Hellmann 1. Prelude 2. Recitative And Choir 3. Aria - Edith Wiens 4. Duet And Choir - Friedreich Melzer 5. Duet - Verena Schweizer 6. Choir 7. Trio - Verena Schweizer 8. Quartet - Edith Wiens 9. Quintet And Choir 10. Choir L’Oratorio di Natale op. 12 è il primo dei quattro oratori scritti da Saint-Saëns. Composto a 23 anni e commissionatogli appena un anno dopo la sua nomina alla Madeleine, l’Oratorio, interamente in latino, è destinato ad un coro di quattro voci miste, quintetto vocale, orchestra d’archi, arpa e organo. Fu redatto nel tempo relativamente breve di undici giorni, dal 4 al 15 dicembre 1858, giusto in tempo per permettere la prima esecuzione nella notte di Natale dello stesso anno. L’originale, custodito nella Bibliothèque Nationale di Parigi, porta il titolo di “Oratorio pro nocte nativitatis Christi” ed è dedicato alla “Viscomtesse de Grandval”, allieva del compositore ed autrice di opere religiose di valore. Camille Saint- Saëns era un ammiratore ed estimatore di Bach. Infatti in calce al Prélude introduttivo si legge chiaramente “Dans le style de Séb. Bach”: espressione che verosimilmente deve essere estesa all’intera composizione ma non per questo fu modello per essa. La musica di Natale è in effetti ben lontana dal raggiungere la festosità estremamente brillante dell’opera di Bach. Essa evocherebbe piuttosto il lirismo della musica sacra francese del XIX secolo, per esempio nella sua strumentazione. L’assenza dei fiati conferisce al brano una sonorità un po’ velata, romantica e calda, rischiarata in alcuni movimenti in modo originale dai fraseggi scintillanti dell’arpa. Il tono lirico di base del brano subisce diverse trasformazioni: un recitativo narrativo, delle melodie popolari, un’omofonia di coro in forma di corale, delle amplificazioni inniche e in un caso anche una drammatizzazione ribelle alternano , senza per questo frammentare, l’atmosfera contemplativa fondamentale. Tra le opere religiose di Saint-Saëns, l’eloquio semplice e diretto dell’Oratorio de Nöel ha goduto per molto tempo il favore del pubblico dell’epoca. Il cattolico Saint-Saëns, al contrario del luterano Bach, trae i suoi testi dalla liturgia latina del Natale della Chiesa. Dopo la narrazione del Vangelo secondo Luca nel quale gli angeli annunciano la nascita del Cristo ai pastori di Betlemme, vengono, disposti con giudizio, testi tratti dai Salmi, da Isaia, e dai Vangeli secondo Matteo e Giovanni, tutti testi che interpretano il mistero del Natale sul piano profetico e teologico. L’Oratorio di Natale comincia con un preludio orchestrale che ha la forma di una ninna-nanna pastorale. La menzione “ nello stile di Bach” testimonia, più di ogni altra, l’idea che nel XIX secolo si aveva sia della musica di Bach che della musica stessa. Peraltro, il nobile calore di questo preludio caratterizza l’opera nel suo insieme. In seguito, nel secondo movimento, troviamo un recitativo con coro nel quale soprano e tenore, alternandosi, recitano il testo dell’annunciazione di S. Luca dapprima come una semplice salmodia che poi diviene sempre più espressiva. Il coro intona il “Gloria in excelsis” che, dopo un inizio sobrio, va anch’esso intensificandosi in un movimento fugato. L’aria seguente affidata al mezzo soprano è un brano espressivo sostenuto nel quale la resa musicale della parola “ Expectans” esprime con insistenza l’attesa del Messia. Nell’aria innica per tenore n.4, la confessione che Pietro fa a proposito della venuta di Cristo, interrompe le sonorità solenni dei cori femminili. Al quinto posto c’è un movimentato duo per soprano e baritono, un largo “Benedictus” della Messa che, sul finire, va intensificandosi in melismi; nell’introduzione per la prima volta si sente l’arpa. Il sesto movimento è il solo dell’opera che rivesta tratti drammatici. Lo “sdegno dei pagani” è suggerito da un corale energico che è sottolineato da un accompagnamento quasi ostinato; questo si calma ben presto per lasciare il posto alle sonorità solenni del “ Gloria Patri”, l’invocazione liturgica alla Santa Trinità. Il settimo movimento, un trio per soprano, tenore e baritono che si appoggia ai fraseggi virtuosi dell’arpa, è uno dei movimenti dell’opera più attraenti dal punto di vista sonoro. La sonorità chiara e radiosa della musica sottolinea il testo che parla dello “ splendore dei Santi”. Il quartetto seguente sfocia in un ritmo movimentato a suddivisione ternaria ( n., un alleluia in cui il contralto per una volta domina la parte e si contrappone al resto dei solisti. Quest’atmosfera esultante si intensifica ancora nel quintetto con coro del nono movimento in cui ricompare in forma di siciliana la melodia pastorale del preludio, e dove il coro va infine ad unirsi ai melismi slanciati dei cinque solisti. Il coro finale è un inno a 4 voci che procedendo in forma omoritmia quasi sottolinea l’unione delle genti che intensificandosi termina l’oratorio in modo potente e gioioso glorificano la venuta del Messia. 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