Drama

[XviD Ita Rus Mp3] Pasolini Edipo Re

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[XviD Ita Rus Mp3] Pasolini Edipo Re

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Name:[XviD Ita Rus Mp3] Pasolini Edipo Re

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Torrent added: 2009-09-09 21:53:56






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 Pasolini - Edipo Re.avi

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PIER PAOLO PASOLINI


EDIPO RE




SINOSSI

Laio e Giocasta, regnanti in Tebe, apprendono da un oracolo che il loro figliolo Edipo ucciderà il padre e sposerà la madre. Incaricano pertanto un servo di uccidere il neonato sul monte Citerone. Ma questi, mosso da pietà, abbandona il piccolo che viene raccolto da un pastore di Corinto e consegnato al re che lo educa come un figlio. Recatosi tuttavia dall'oracolo di Apollo Edipo apprende l'orrendo vaticinio e, per sfuggire al tragico destino, si allontana da Corinto. Durante il suo peregrinare incontra Laio accompagnato da alcune guardie. Tra i due nasce una lite ed Edipo, senza conoscerne l'identità, uccide il vecchio re e la sua scorta. Giunto a Tebe, libera la città dalla Sfinge, un mostro orrendo, ed ottiene in tal modo la mano di Giocasta. Per porre fine ad una pestilenza poi Edipo interroga l'indovino Tiresia il quale, insieme ad un servo testimone del massacro, dimostrerà l'ineluttabile e tragica realtà. Trovata Giocasta impiccata nella reggia, Edipo si trafiggerà gli occhi.


RECENSIONE

Film come questi sono riusciti nella misura in cui la identificazione fra l’età antica e quella contemporanea sia resa possibile nel trapasso dalla realtà ai simboli, non le nuoccia il fatto che nel cinema realistico l’immagine, per la sua concretezza, anche se è portatrice di un simbolo, obbliga l’azione alla verosimiglianza (se il dato naturalista non è lievitato, resta incredibile allo spettatore che Edipo, dopo essersi spenti gli occhi, ancora grondante di sangue, abbia la forza e la voglia di pronunciare le belle battute contemplare dalla sceneggiatura; Sofocle, per l’appunto, faceva raccontare la terribile scena a un nunzio). E indubbio che se qui talvolta la rappresentazione manca di tessuto emotivo, e talvolta invece tocca il melodramma (né è chiara la funzione di certe didascalie nei modi del cinema muto), è anche perché quel rapportare l’antico al moderno resta un’operazione prevalentemente intellettuale, non sempre fornita di mordente sul piano dell’illuminazione poetica. Da questo punto di vista Pasolini è ancora a mezza strada. La scorza ideologica gli impedisce di sciogliersi in canto, e non è più così lucida da dare al suo cinema un peso d’urto nell’ordine critico
Ma è altrettanto vero che è dovuto a una felice intuizione artistico-culturale il merito primo del film: il restituire il mito alla sua radice barbarica collocando il racconto in un paesaggio arido e assolato, fra mura ciclopiche (Edipo re è stato girato in Marocco), fra popoli primitivi del terzo mondo, e tuttavia parlanti con inflessioni siciliane: elementi psicologici e figurativi che respingendo ogni ambizione di ricostruzione archeologica e filologica della tragedia ne situano l’assunto in una cornice assai suggestiva.
In questa luce persino la mediocre interpretazione di Franco Citti si giustifica, se si pensa il suo Edipo come l’emblema di un’umanità rozza ed empia, che aspira soltanto al successo mondano, e sente più forte la delusione (Edipo, nel film, èdipinto fin dall’inizio come un ambizioso, disposto a barare pur di vincere). La Mangano, invece, scava più a fondo nel suo personaggio: il motivo della carnale sensualità che lega il figlio alla madre ottiene grazie a lei maggior rilievo del motivo dell’abbacinamento e del rimorso di Edipo, espresso con giochi d’obiettivo nel sole, con gesti e grida forsennati che provocano scene ad effetto.
Oltre a lodare gli attori «minori» (Alida Valli, Julian Beck, Carmelo Bene; Ninetto Davoli fa da messaggero di Tebe e da guida al cieco), si deve segnare all’attivo del film la colorita fantasia dei costumi, dove si mescolano echi persiani, atzechi e africani, e il corredo musicale: un impasto di Mozart, di temi popolari russi, romeni, giapponesi, di lamentazioni arabe e pezzi per banda che sostengono l’azione anche quando langue, e sopperiscono un poco alla mancanza del coro. "Oh umane generazioni, come simile al niente mi sembra la nostra vita!" dice il coro di Sofocle.

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