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Toto Che Visse Due Volte avi

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Toto Che Visse Due Volte avi

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Torrent info

Name:Toto Che Visse Due Volte avi

Infohash: C0257E2E3C38C70E786AB740179E5E341F676287

Total Size: 630.41 MB

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Stream: Watch Full Movie @ Movie4u

Last Updated: 2022-11-20 02:39:30 (Update Now)

Torrent added: 2009-08-29 03:44:10






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Toto_Che_Visse_Due_Volte.avi (Size: 630.41 MB) (Files: 1)

 Toto_Che_Visse_Due_Volte.avi

630.41 MB
 

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Torrent description

:::->Scheda del film<-:::

Titolo: Totó che visse due volte
Nazionalità: Italiana
Anno:1998 Genere: Metafora
Regia: DANIELE CIPRI'FRANCO MARESCO
Cast:
ANTONIO ALIOTTA
FRANCESCO ANITRA
PIETRO ARCIDIACONO PITRINU
VINCENZO CACCIARELLI
ANTONIO CARULLO
BALDASSARRE CATANZARO BASTIANO
ANTONIO CIRRINCIONE
FORTUNATO CIRRINCIONE LAZZARO
CAMILLO CONTI TREMMOTORI
SALVATORE GATTUSO TOTO'/DON TOTO'
CARLO GIRODANO FEFE'
GIOACCHINO LO PICCOLO
MARCELLO MIRANDA PALETTA
GIUSEPPE PEPE

:::->Trama<-:::

I) Lo squattrinato Paletta non riesce a pagare la prostituta appena arrivata in città.
II) Un omosessuale, cinico e avido, ruba l&#8217;anello del suo compagno morto.
III) Il "Salvatore" (Totò) resuscita Lazzaro, che si vendica dei mafiosi che l&#8217;hanno ucciso.


Tre episodi, lo stesso universo: i "poveri cristi" figli de LA RICOTTA saranno tutti letteralmente messi in croce, dopo una via crucis cruda/grottesca/surreale con pedigree bunueliano. L&#8217;opera numero due degli autori italiani (siciliani: i sottotitoli sono necessari) più iconoclasti in circolazione aggancia subito la carrozza al vagone de LO ZIO DI BROOKLYN, proietta la sua sequenza più laida (l&#8217;uomo che monta un asino) e continua il discorso con un uso più marcato del commento sonoro, cambiando le citazioni, maturando nell&#8217;eludere l&#8217;autocompiacimento intellettuale, rischiando la monotonia con un&#8217;estetica difficilmente rinnovabile. Il primo episodio è un capolavoro, una folgorante favola "brutta" sul sesso dove, al posto dei cani de LO ZIO DI BROOKLYN, lo schermo è invaso dai maiali: è perfetta la scelta del volto del protagonista, Paletta, cristo innocente che sfugge il sentimento di pietà quando strabuzza gli occhi come un demente e si masturba in continuazione. Il pianeta è lordo, popolato da esseri depravati, tutti maschi adulti: non è misoginia ma scelta simbolica da un lato (un&#8217;umanità asessuata) ed estetica dall&#8217;altro (si evita di sconfinare nel porno "attraente"). Lo scopo è lasciare desolati in un pianeta desolante, senza ipocrisie. Se il plongée scopre un gruppo di uomini impegnati in una sorta di numero musicale, i passi di danza sono fatti con la "minchia" in mano, mentre i tuoni richiamano le "bestie" all&#8217;ordine e gli sguardi dal cielo non sono divini, ma la soggettiva di una puttana sul balcone. Nel secondo episodio si parla di avidità (arrivano i topi che rubano): un capitolo debole, costruito con i flashback in modo faticoso, troppo affidato alle "performance" e ai dialoghi, indeciso nei toni. E&#8217; un omaggio al cinema macabro degli anni sessanta, con veglie funebri e dissacrazioni di tombe, love story con "vizietto" e stillicidio dell&#8217;idillio sentimentale. Gli autori ci ricordano quanto siamo miserevoli nelle nostre pulsioni primarie (sesso-denaro-cibo), visibili solo se scevre da sovrastrutture borghesi e false identità: è illusoria la bellezza se la carne si putrefarà. La lunga, insistita cavalcata della dissacrazione si fa scandalosa nel terzo episodio (il deficiente che fotte la statua della Madonna dopo averci provato con una gallina), un&#8217;esplicita rilettura del Vangelo: Totò è il diminutivo di Salvatore (un gesù burbero e triviale) ma è anche il nome del "Don" della mafia locale (interpretato dallo stesso attore&#8230;"due volte", tre se si conta che era anche lo zio di Brooklyn). In questa associazione con scontro/incontro fra Bene e Male, i rimandi si fanno molteplici in tema religioso e politico. Due "padroni" governano la Sicilia: Chiesa e Malavita. Da antologia, pittorico, il quadro dell&#8217;angelo atteso da tre orchi "panzuti" e statuari. L&#8217;ultima cena, invece, è un festino orgiastico, con tanto di spogliarello. La bellezza secondo Ciprì e Maresco nasconde Dio e si nasconde nella bruttezza: fra splendidi campi lunghi fordiani, musiche celestiali (Bach, Mozart, Beethoven) e l&#8217;allegoria del peccato originale, è tangibile la bramosia di un Sacro che, per "realizzarsi", va sporcato nel profano (l&#8217;angelo che pare benedirci e in realtà si porta le mani allo stomaco perché deve cagare; i "fedeli" con una mano rivolta al Cielo e l&#8217;altra sui coglioni), invocando un Dio che, forse, è morto. Il fantasma di Pasolini è richiamato anche dalle spurie polemiche che hanno accompagnato l&#8217;uscita del film, bloccato per oscenità blasfeme, sdoganato con un VM 18.

:::->Critiche e curiositá<-:::

° Tre scenette, tra il triviale e il blasfemo, per dire che la vita fa schifo e che nel mondo non esiste più nemmeno la traccia di un valore o di un ideale. Film scandalo, vietato e censurato alla mostra di Venezia (con stupore degli autori, che fanno coppia fissa dal 1986, prima con una meritevole opera di cineforum culturale nel malfamato quartiere Brancaccio di Palermo, poi con gli sketch di CinicoTv trasmessi da Raitre con il plauso di Ghezzi e poi al cinema sempre con il loro stile provocatorio, le loro tematiche pre-umane e bestiali e i loro toni destabilizzanti): insopportabile e ruffiano nel voler far passare come arte, grazie a belle immagini e una raffinata fotografia in bianconero di Luca Bigazzi, un cinema che gioca ambiguamente sull'osceno e sull'amorale anche con grande moralità di visione e fa della spazzatura vizio e virtù, pregio e difetto, chiave d'accesso e limite strutturale. Echi pasoliniani e viscontiani (la scelta di girarlo in siciliano stretto, tanto da doverlo sottotitolare) per la rappresentazione cruda, ma fine a se stessa, di una realtà senza speranze. Disturba l'ostentazione gratuita, compiaciuta e insistente delle varie oscenità, e il tutto finisce per passare indenne e per non provocare affatto. Nessuna donna recita, anche se i ruoli femminili non mancano. La Commissione di revisione cinematografica (leggi: censura) tentò di impedirne addirittura l'uscita nelle sale; non riuscendoci invocò la denuncia per vilipendio alla religione di stato e per tentata truffa, ma i registi e la produzione, dopo il processo, ne uscirono indenni, giustamente assolti dal Tribunale di Roma. Prodotto da Galliano Juso. BN DRAMM 93' ½
Roberto Donati

:::->Scheda tecnica del DivX<-:::

QUI' INSERITE I DATI OTTENIBILI CON GSPOT

Dimensione: 630MB
Durata: 01:30

Video Codec: mpeg4
Video Bitrate: 978kb/s
Risoluzione: 512x416
FPS: 25

Audio Codec: mp3
Audio Bitrate:63kb/s
Freq Audio:44100 mono

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