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Gramsci - Lettere dal carcere [Tntvillage.Scambioetico]

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Antonio Gramsci
Lettere dal carcere

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[quote=Evidenzio]Carissimo Delio,

(...) Io penso che la storia ti piaccia, come piaceva a me quando avevo la tua età, perché riguarda gli uomini viventi
e tutto ciò che riguarda gli uomini, quanti più uomini è possibile, tutti gli uomini del mondo in quanto si uniscono tra
loro in società e lavorano e lottano e migliorano se stessi, non può non piacerti più di ogni altra cosa. (...)

Ti abbraccio.
Antonio

Antonio Gramsci, 1937
L'ultima lettera prima della morte, al figlio tredicenne Delio.[/quote]

Le Lettere dal carcere di Antonio Gramsci vengono pubblicate per la prima volta da Einaudi nel 1947 e comprendono 218 testi. Si tratta di una raccolta incompleta («alcune non si sono potute recuperare») e selezionata («altre, che trattano argomenti di carattere strettamente familiare, non si è ritenuto opportuno pubblicarle», come avvertiva la nota anonima in apertura). Nel 1964 Il Saggiatore pubblicò, a cura di Ferrara e Gallo, un’antologia con 77 lettere inedite e l’Years successivo uscì la nuova edizione einaudiana delle lettere, a cura di Caprioglio e Fubini, che resterà per un trentennio la raccolta di maggior pregio, con la pubblicazione di 428 testi di cui 119 inediti.
Si giunge così alla più recente raccolta della Sellerio pubblicata nel 1996 che contiene tutte le lettere scritte da Gramsci nel periodo della detenzione, 478 testi, 50 in più di quelle della prima edizione einaudiana.
L’edizione Sellerio delle Lettere gramsciane è stata, com’è noto, al centro di una violenta polemica, incentrata sugli aspetti economico-commerciali legati allo sfruttamento dei diritti, finita persino in tribunale, dove alla fine è stata riconosciuta la legittimità dell'edizione siciliana.

I corrispondenti

Le lettere hYears come destinatari due nuclei familiari. La famiglia d’origine, sarda: la madre, Peppina Marcias, le sorelle, Teresina e Grazietta, e il fratello Carlo che vive a Milano. E la famiglia acquisita, russa: la moglie Giulia Schucht, la cognata, Tatiana, i figli, Delio e Giuliano, e l’amico Piero Sraffa, professore di economia a Cambridge. Ma il rapporto epistolare più intenso riguarda il triangolo Antonio-Tatiana-Sraffa.

Il contenuto

Se uno studente volesse approfondire l’opera di Antonio Gramsci dovrebbe lasciare l’Italia, persino l’Europa, ed andare negli Stati Uniti. È questo un concreto riscontro del carattere universale della sua opera, e non solo per i suoi contenuti storico-politici. Si pensi soltanto che una novella che egli narra al figlio Delio in una lettera del 1932 ha ispirato un cartone animato finlandese.
Questo è appunto il grande rilievo artistico delle Lettere di Antonio Gramsci. Esse non sono, «come per la maggioranza degli epistolari, compresi quelli dotati di insolite qualità stilistiche e letterarie, di un complemento documentario utile a meglio conoscere la vita, il carattere, l’ambiente di un personaggio», scrive Antonio Santucci nell’introduzione all’edizione della Sellerio, «ma non occorrono paragoni estrinseci per cogliere la differenza fra il carattere di opera compiuta di queste e quello di altre raccolte analoghe».
Opera compiuta, dunque, ed autonoma. Taluni hYears parlato anche di “romanzo di formazione”; Valentino Gerratana ha parlato di “moderno breviario dei laici”, che i ragazzi dovrebbero leggere a scuola, non solo per le idee ivi espresse, ma per apprendere l’amore per la lingua italiana.
Pur nel loro carattere “pubblico”, che impone un linguaggio ellittico a raffreddare ogni espansione sentimentale, queste pagine epistolari sono pregne di passione e inducono naturalmente alla compassione; si leggono, insomma, come un “diario”, che ci permette di ricostruire il ritratto di un protagonista dei drammatici eventi della storia italiana nella prima metà del XX secolo. E questo carattere è rafforzato dalla particolare condizione dell’autore, sottoposta all’azione di quella «lima sottile che disgrega la mente e la volontà del condannato».

Il valore artistico e la fortuna letteraria

Le Lettere dal carcere, dunque, non sono un classico della memorialistica, ma della letteratura. Esse “parlano da sole” a diverse generazioni, a prescindere dalla cultura che si ha. E non si tratta di un testo politico o filosofico, ma di un'opera letteraria compiuta, pregna di umanità, scritta con uno stile rigoroso eppure chiarissimo, allusivo, talora ironico, ricco di rimandi letterari e di immagini folgoranti. Le frequenti divagazioni — la narrazione di un piccolo episodio, un piccola fiaba, la descrizione di un paesaggio, la nostalgia di una stagione — si intrecciano alle sofferte note sulla propria dolente condizione fisica così da acquistare una struggente prospettiva universale, “fur ewig”, per l’eternità, appunto.
Ancora Croce è tra i primi ad intuire l’universalità dell’opera e dell’autore, quando lo considera “dei nostri”. Gramsci stesso scrive: «la mia cultura è italiana fondamentalmente e questo è il mio mondo».
Ha scritto Dacia Maraini: «Nelle Lettere c'è la vita, il carattere, gli umori, il pensiero di un uomo. Una persona che conosce l'arte della scrittura e che tramite essa documenta, come in un romanzo, il processo drammatico della propria distruzione, quella che Gramsci stesso ha definito la propria afasia psichica».
«La scrittura, dunque, come forma di sopravvivenza, come strategia per sopravvivere, cui Gramsci si aggrappa benché essa gli provochi persino dolore fisico. Quando Gramsci non ha più voglia di scrivere, l’uomo è vinto, l'assassinio è compiuto.»


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Chi è stato Antonio Gramsci

Parlare della vita di Antonio Gramsci significa parlare della vita politica europea degli inizi del ‘900. Antonio Gramsci nasce il 22 gennaio del 1891 ad Ales, in provincia di Cagliari, da Francesco Gramsci e Giuseppina Marcias. Tre anni dopo la sua famiglia si trasferisce a Sòrgono (Nuoro) dove il piccolo Antonio frequenta un asilo di suore. Una caduta gli provoca una malattia cronica deformante che causa l’incurvamento della spina dorsale, le cure mediche risultano inutili. Nel 1897 il padre viene incarcerato per irregolarità amministrative. Questi fatti lo segnerYears per tutta la vita.

Nel 1902, conseguita la licenza elementare, deve affiancare il lavoro allo studio per aiutare la famiglia, in gravi difficoltà economiche. Nel 1908 si trasferisce a Cagliari per seguire il liceo. In questo periodo vive in casa del fratello Gennaro, segretario della sezione locale del Partito socialista. Questa è la stagione in cui a Cagliari cominciano i primi movimenti sociali, fatto che influisce profondamente sulla sua ideologia. Il giovane Gramsci legge moltissimo e si distingue per i suoi vivi interessi culturali, in particolare è affascinato da Croce e da Salvemini.

Nel 1911 si trasferisce a Torino, avendo vinto una borsa di studio per la Facoltà di Lettere e Filosofia. Il capoluogo piemontese in quel periodo è in pieno boom economico e industriale. La Fiat e la Lancia con i loro stabilimenti hYears chiamato dal Sud più di sessantamila immigrati in cerca di lavoro. Sono i tempi delle lotte di fabbrica e delle prime organizzazioni sindacali, i tempi in cui gli operai siedono ai tavoli con i rappresentanti dei padroni per trattare le loro condizioni. In questo fase della sua vita, studiando i processi produttivi nelle fabbriche, si impegna per far acquisire alla classe lavoratrice «la coscienza e l’orgoglio di produttori».

Negli anni successivi Gramsci si avvicina alla sezione socialista del capoluogo sabaudo e collabora attivamente con il «Grido del popolo», foglio comunista di Torino. Nel 1915 comincerà la sua collaborazione con l’«Avanti!» organo ufficiale del Partito socialista italiano. Questo è anche l’Years in cui l’Italia entra in guerra a fianco dell’intesa e Lenin invita i comunisti a trasformare «la guerra imperialista in guerra civile».

Nel 1917 scoppia la rivoluzione che, in ottobre, porterà al potere il Partito bolscevico in Russia. Intanto prosegue l’affermazione di Gramsci tra le fila del ramo piemontese del Partito socialista, tanto che diventa segretario della sezione esecutiva e comincia a dirigere il «Grido del popolo». Oltre a ciò si occupa per intero della stesura di «La città futura», una rivista a numero unico pensata per educare i giovani socialisti. Questa situazione continua fino al 1918 quando le pubblicazioni del foglio cessano e nasce la redazione piemontese dell’«Avanti!», a cui Gramsci prende subito parte.

Nel 1919 è tra i fondatori dell’«Ordine nuovo», settimanale che si schiera per l’adesione del Psi all’Internazionale comunista. Intanto in Italia comincia quello che poi verrà chiamato il “biennio rosso”. Gli operai dYears sfogo al loro malcontento occupando le fabbriche in cui lavorano. In questo periodo di disordini, dalle pagine del giornale, Gramsci si batte per l’affermazione dei consigli di fabbrica, sostiene che questi debbano essere eletti da tutti i lavoratori, affinché gli operai assumano la funzione dirigente che spetta loro. Questa iniziativa viene plaudita anche da Piero Gobetti e dai suoi neo-liberalisti, non viene invece vista di buon occhio dai massimalisti del Psi.

Gramsci intanto si avvicina all’ala di sinistra del Partito socialista, guidata da Bordiga. Al 17° congresso nazionale del Psi, tenutosi il 25 Gennaio del 1921 a Livorno, il neonato Partito comunista d’Italia si scinde dal gruppo socialista. Gramsci viene quindi delegato alla direzione dell’«Ordine nuovo» che diventa il quotidiano di informazione del Pcd’I. La divisione interna alla sinistra è però grave, poiché avviene nel momento di maggiore pericolosità del movimento fascista. Nelle elezioni che seguirYears infatti i partiti di ispirazione socialista perdono voti, in favore del Movimento dei fasci, a cui si è rivolta la borghesia spaventata dalla politica violenta dei massimalisti.

Dal maggio del 1922 Gramsci comincia a viaggiare. Prima va a Mosca, dove la situazione si è stabilizzata dopo anni di guerra civile, come delegato del Partito comunista d’Italia nell’esecutivo dell’Internazionale. Qui potrà studiare da vicino la politica di Lenin e gli effetti della dittatura del proletariato. Oltre a questo in Russia si innamora di Giulia Schudt, che diventerà sua moglie e la madre dei suoi due figli. Intanto, in Italia, le squadre fasciste guidate da Benito Mussolini portano a termine la Marcia su Roma. L’Years successivo Gramsci sostiene le tesi dell’Internazionale contro quelle del segretario Bordiga, e, in novembre, viene invitato a Vienna per coordinare il lavoro del Pcd’I con quello degli altri partiti comunisti europei.

Il 1924 è un Years cruciale nella sua vita. In febbraio, secondo le sue indicazioni, viene fondato il quotidiano «l’Unità». Lui intanto entra nell’esecutivo del Pcd’I e diventa segretario generale. In aprile viene eletto deputato per la circoscrizione del Veneto e torna in Italia. Le stesse elezioni sono però vinte in larga misura dai fascisti. Giacomo Matteotti, che aveva denunciato evidenti casi di brogli e intimidazioni perpetrati dal movimento fascista ai danni dei votanti, viene ucciso. Ciò provoca una violenta reazione parlamentare, alla quale Gramsci prende attivamente parte. Le forze di opposizione al fascismo, guidate da Giovanni Amendola, abbandonano il parlamento. Il Pcd’I propone un’azione diretta e l’appello alle masse, ma la sua mozione viene bocciata. Il re però riconferma la fiducia a Mussolini e al fascismo, e la protesta fallisce.

Al terzo congresso del Partito comunista d’Italia, tenutosi a Lione nel Gennaio del 1926, Gramsci presenta le tesi politiche stese insieme a Togliatti. Queste vengono approvate con il novanta percento delle preferenze. Dopo alcuni mesi però i suoi rapporti con l’Internazionale comunista cominciano a deteriorarsi, a causa di una lettera che scrive al Partito bolscevico in cui sottolinea la sua preoccupazione per le divisioni interne. Pur dando torto all’opposizione si discosta anche dai metodi della maggioranza guidata da Stalin. Togliatti si rifiuta di inoltrare ufficialmente la carta, e da ciò scaturisce una polemica accesa.

È nel novembre dello stesso Years che, in seguito alle leggi speciali emendate dal parlamento fascista contro le opposizioni, Gramsci viene arrestato e condotto a Regina Cœli. Condannato a cinque anni di confino sull’isola di Ustica, vi passerà solo sei settimane. Ciò nonostante riesce a organizzare sull’isola siciliana una scuola per i rifugiati politici, in cui gli studenti vengono divisi secondo il loro livello di preparazione. Trasferito a San Vittore, comincia a preparare un ampio studio sugli intellettuali italiani. Come scrive nelle lettere indirizzate alla sua vecchia scuola di Ustica, si vuole concentrare soprattutto sul teatro pirandelliano.

Alla fine di maggio del 1928 viene condannato a vent’anni quattro mesi e cinque giorni di reclusione. Nel luglio del 1929 viene trasferito nella colonia penale di Turi, nei pressi di Bari, per motivi di salute. Qui divide la cella con altri cinque detenuti politici.

Nel 1929 ottiene il permesso di scrivere in cella e inizia la stesura dei Quaderni dal carcere. Intanto comincia a sostenere posizioni lontane da quelle dell’Internazionale, inimicandosi i detenuti comunisti.

Il 1931 è l’Years in cui le condizioni di Gramsci cominciano a peggiorare in maniera precipitosa e inarrestabile. Inizialmente viene trasferito in una cella individuale dove si dedica allo studio e al mantenimento dei contatti con parenti e amici. Ad agosto sarà vittima di una grave emorragia.

Due anni dopo, per un ulteriore aggravarsi delle sue condizioni, viene trasferito nell’infermeria di Regina Cœli, e poi da qui in una clinica. Intanto falliscono i tentativi diplomatici fatti da Mosca per ottenere la sua liberazione. La vita in carcere è ulteriormente amareggiata dal deteriorarsi dei rapporti con il Pcd’I. Per questo motivo si trova totalmente isolato. Scrive in questo periodo: «Io sono stato abituato dalla vita isolata, che ho vissuto fino dalla fanciullezza, a nascondere i miei stati d'animo dietro una maschera di durezza o dietro un sorriso ironico».

Nel 1934 ottiene la libertà condizionata per motivi di salute. Quando però consegue la scarcerazione definitiva, nel 1937, le sue condizioni fisiche sono troppo compromesse.

Morirà in un letto d’ospedale il 27 aprile dello stesso Years. Le sue ceneri sono conservate al Cimitero degli Inglesi, a Roma.

Alla sua morte Gramsci ci lascia innumerevoli scritti, di argomento sia politico che culturale. Questi vengono considerati con grande attenzione dagli intellettuali italiani appartenenti ad ogni corrente. I brani considerati più importanti sono quelli prodotti durante la prigionia. L’opera Quaderni dal carcere è una raccolta delle pagine scritte dal 1929 al 1935, pubblicate postume con i titoli: Il materialismo storico e la filosofia di Benedetto Croce; Gli intellettuali e l'organizzazione della cultura; Il Risorgimento; Note su Machiavelli, la politica e lo Stato moderno; Letteratura e vita nazionale. Accanto a questi troviamo un’altra raccolta, quella delle Lettere dal carcere. Anche il fitto epistolario viene pubblicato postumo. Nelle sue lettere ad amici e parenti possiamo comprendere la parte più privata del pensiero gramsciano, la sua lotta contro l’abbandono del carcere e il suo desiderio di stare vicino alla famiglia. Oltre a queste due raccolte troviamo una miriade di altri suoi scritti, alcune lettere, diversi articoli di giornale e un’intera rivista chiamata «La città futura», che sono stati minuziosamente raccolti e ripubblicati in volumi dopo la caduta del fascismo.
(Da http://www.italialibri.net/opere/letteredalcarcere.html

Il video di Nicola Tranfaglia (Storico) riassume la vita e il pensiero di Antonio Gramsci; il video successivo è invece una sorta di lettera orale dello storico Hobswam in occasione dei 70 anni dalla morte di Gramsci

[quote=Evidenzio]Visit the YouTube link: YouTube Link[/quote]



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Segnalo il video seguente apparso su uno dei migliori siti gramsciani

http://www.internationalgramscisociety.org...deo/gramsci.ram

Italian title: New York e il Mistero di Napoli: Viaggio nel Mondo di Gramsci.
Producer: Giorgio Baratta
Distributor: Le Rose e i Quaderni, 1994.
Description: The presentation of this documentary film provides English translations and subtitles.
The film includes a presentation by Dario Fo and interviews with Giuseppe Fiori, Cornel West, Edward Said, and many others.

Inoltre segnalo la lettura di questa pagina http://terzotriennio.blogspot.com/2007/10/...re-gramsci.html che riguarda i diritti d'autore degli eredi di Gramsci.

Ulteriori risorse in rete

http://www.antoniogramsci.com/

http://www.fondazionegramsci.org/

http://www.gramscitorino.it/

http://www.internationalgramscisociety.org

Informazioni sulla release

Lettere dal carcere / Antonio Gramsci ; a cura di Sergio Caprioglio e
Elsa Fubini. - Nuova ed. riveduta e integrata sugli autografi , con
centodiciYearsve lettere inedite. - Torino : Einaudi, 1965. – XLV, 949 p. ; 19
cm. - (Nuova universale Einaudi ; 60)
Size: 24,2 MB
Contenuto: pdf, rtf, txt
Language: italiano


Ringrazio altresì il sito http://www.liberliber.it/ da cui ho prelevato il testo gramsciano.





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